Tuo figlio è sempre piuttosto agitato, distratto, non riesce a stare fermo e ti stai chiedendo se è normale, oppure se sono sintomi di ADHD?
Alcuni bambini, infatti, sono vivaci, per natura, a causa del loro temperamento, altri, si stima il 4-5% della popolazione infantile, potrebbero essere affetti da ADHD, in italiano la sindrome da Deficit di Attenzione/Iperattività.
L’ADHD è un vero e proprio disturbo dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente, che si caratterizza per la presenza di disattenzione, iperattività e impulsività tali da comprometterne lo sviluppo e il funzionamento a scuola, in famiglia, con gli amici e nelle varie attività che svolge.
Non è possibile per un genitore, ma nemmeno per un educatore o insegnante discriminare tra caratteristiche temperamentali, problemi di comportamento o disturbo neurobiologico.
E non è facile nemmeno per noi clinici e professionisti della salute mentale perché la diagnosi non si basa solamente su un elenco di sintomi ma sulla comprensione e sul significato degli stessi.
Diagnosi di ADHD
La diagnosi di ADHD è essenzialmente di tipo clinico, significa che non c’è un test o un esame che permette di dire ADHD si, ADHD no, ma è necessario mettere insieme più informazioni: osservazioni del bambino, colloqui con genitori ed insegnanti, questionari di osservazione del comportamento per genitori ed insegnanti, test specifici sul bambino per quantificare in maniera obiettiva il funzionamento di alcuni processi implicati nel disturbo rispetto rispetto all’età cronologica.
Inoltre, si dovrebbero quantificare anche il livello intellettivo, le abilità di lettura, scrittura e calcolo, gli eventuali aspetti motori o visuo-spaziali e gli aspetti emotivi.
E’ un percorso che richiede tempo ma è fondamentale per arrivare ad una corretta diagnosi in funzione non di “etichettare” il bambino ma di individuare il miglior modo di aiutarlo e il trattamento “su misura” per lui.
SINTOMI ADHD
La più recente descrizione del Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività è contenuta nel DSM-V , secondo il quale, per poter porre diagnosi di ADHD, un bambino deve presentare almeno 6 sintomi per un minimo di sei mesi e in almeno due contesti (per esempio a casa e a scuola); inoltre, è necessario che tali manifestazioni siano presenti prima dei 7 anni di età e soprattutto che compromettano il rendimento scolastico e/o sociale.
Sintomi di disattenzione:
- Non presta attenzione ai particolari o commette errori di distrazione nei compiti scolastici o con altre attività
- Ha difficoltà nello stare attento durante i compiti a scuola o durante il gioco
- Non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente
- Ha difficoltà a seguire le istruzioni o non completa i compiti richiesti
- Ha difficoltà nell’organizzazione di compiti e attività
- Evita, si disinteressa, oppure rifiuta di svolgere compiti che richiedono un’attività mentale sostenuta per un lungo periodo di tempo
- Spesso perde le cose necessarie per i compiti scolastici o per le attività
- Si distrae facilmente
- È sbadato nelle attività quotidiane
Sintomi di iperattività e impulsività:
- Spesso muove le mani o i piedi o non riesce a stare seduto
- Si alza in classe o in situazioni in cui ci si aspetta rimanga seduto
- Corre in giro o si arrampica eccessivamente quando tali attività sono inappropriate
- Ha difficoltà a giocare in attività tranquille
- Si muove in continuazione come se fosse caricato da una molla
- Parla eccessivamente
- Spesso risponde ancor prima che le domande siano completate
- Ha difficoltà ad aspettare il proprio turno
- Spesso interrompe o si comporta in maniera invadente
COSA FARE
Se tuo figlio presenta questi sintomi, come accennato sopra, non vuol dire in automatico che sia affetto da ADHD, ma non è nemmeno il caso di sottovalutare o attribuire la responsabilità ai videogiochi, alla scarsa motivazione, all’alimentazione, oppure ai “vizi” dati dai nonni.
Poiché una diagnosi tempestiva e corretta è fondamentale, è necessario rivolgersi presso un servizio pubblico come la Neuropsichiatria Infantile oppure rivolgersi ad un professionista privato Psicologo o Neuropsichiatra Infantile.